Mi butto nel giorno
come un bambino nel mare
la prima volta.
Simone Magli, L’ultimo ermetico, Pasturana, puntoacapo Editrice, 2021
Buttarsi nella vita è difficile. Ci vuole coraggio. Interpretare, poi, i pensieri degli altri è impossibile, perché ognuno è un mondo inaccessibile e imperscrutabile. Quale maschera indossi, oggi? E in questo istante?
Cercare di comprendere gli altri, in realtà, è un eccesso di ego. Capiamo veramente noi stessi? La risposta si misura nel momento in cui riusciamo a cambiare noi stessi piegandoci alla nostra, “nostra”, volontà.
La poesia, allora? È un mezzo per liberare la sensibilità residua che il mondo d’oggi tenta di soffocare.
E lo stile? Dipende dal carattere, è personale e svela la profondità di pensiero del nostro interlocutore e i limiti del ricevente.
Tema interessante. Ne parlo con colui che potrebbe essere “l’ultimo poeta ermetico”. Potrebbe. Simone Magli (Pistoia 1984) scrive poesie ermetiche, aforismi e haiku. È anche fotografo artistico.
Quando ha scoperto la poesia e la fotografia come campi d’elezione della sua espressione artistica?
Ho scoperto la poesia per urgenza, bisogno di esprimere la sofferenza causata da una nevrosi, col quale tuttora convivo. Successivamente ho però allargato il mio sguardo anche all’amore, alla speranza e all’indagine esistenziale.
Qual è lo stile poetico che più la rappresenta e perché?
L’ermetismo, perché scrivo poesie dense, concise e fulminanti. Non posso fare a meno della brevità, anche questo è un altro aspetto, che col tempo mi ha portato anche a scrivere haiku e aforismi.
Per la fotografia, invece, che tecniche predilige?
Non ho tecniche per quanto riguarda la fotografia, credo di avere un buon occhio e lo stesso sguardo interiore, col quale vado in cerca di meraviglia e stupore, catturando dettagli o scene poetiche.

C’è un messaggio che desidera comunicare oppure i suoi sono pensieri in libertà che ferma sulla carta e in uno scatto “digitale”?
Ho la missione di portare la gente a guardare oltre la banalità, a cercare l’infinito nelle piccole cose o a vederle sotto altra luce.
Mirare il mare
schiude l’anima all’eterno.
La spuma bianca sulle creste
confonde il cielo appena grigio,
che rimpiatta il sole stanco,
dietro l’ultimo orizzonte.
Simone Magli, poesia tratta dalla raccolta inedita Il pontile
Come nasce una sua poesia?
Nasce da un momento di sofferenza o di meditazione, poi arrivano le immagini e subito dopo l’orecchio per trovare l’accordo giusto ai versi. Infine il senso che ha da compiersi e immortalarsi nella chiusa.
Secondo lei, ha ancora senso parlare di poesie in un mondo così confuso e difficile come quello attuale?
Certo che ha ancora senso, anzi è un buon momento, stanno venendo su molti autori buoni, autrici in particolare. Il mondo ha bisogno di poesia, chi la nega è un ipocrita o un ignorante. La poesia dà senso a tutto. Al cibo, al sesso, alle relazioni, al lavoro…
Ci parli di questa sua ultima pubblicazione, L’ultimo ermetico edito da puntoacapo Editrice: quante poesie raccoglie e qual è la caratteristica di questo suo ultimo lavoro?
Raccoglie una quarantina di poesie ermetiche. Una caratteristica importante si trova già nel titolo, L’ultimo ermetico, che vuole essere una provocazione per quelli che considerano morto l’ermetismo. Se leggete il mio libro capirete che non lo è affatto. Chissà se sono davvero l’ultimo del filone…
Desidera aggiungere un’ultima riflessione?
Io di solito preferisco togliere qualcosa, piuttosto che aggiungere.
Consigli di lettura: Simone Magli, L’ultimo ermetico, Pasturana, puntoacapo Editrice, 2021

“Lo sguardo del cuore”.
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